lunedì 7 novembre 2011

Enzo Bianchi, il teatro, le albe e io e te che eravamo belli

Non mi ero mai accorta che il "bianchi" che è toccato in sorte a marco dice che anche nella sofferenza si riesce a trovare il bene, si riesce a vedere la bellezza della natura e di certe relazioni.
Non ci avevo mai fatto caso.
Mi sono venute in mente le mie albe, nate un giorno prima e poi tutti quelli successivi alla mia visita-responso a jesi. Mi sono ricordata dello stupore del cuore davanti a certe mattine, e di certi sorrisi tra le lacrime, come traditori, o come stelle cadenti. Dei colori delle albe, di me che le fotografo per non farle andar via.
Mi sono scese giù due lacrime, piccole piccole. Mi sono ricordata di certe relazioni, della loro infinita bellezza. Ho pensato la nostra, la nostra cacchio... era bella... bella bella.
Ma ricordare non serve se non a trattenere. Un giorno scrissi - è stato un onore vivere del tempo con te.
Questo, è stato bello. E io lo ricordo tutte le volte che l'ho davanti.

Marco, quel pezzo, ancora lo sbaglia

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