giovedì 20 dicembre 2012

semprepersempre


“pronto Mario? Sono Anna. Ti ricordi di me?” (da un verso del nostro ultimo spettacolo)


Nello stanzino che funge da quinta, prima di entrare in scena, scherziamo: mi avvicino a lui con l’aria furbetta – “pronto Marco? Sono Francesca. Ti ricordi di me?” – lui, espressione da stronzetto spocchioso “Mhhh Francesca…. Francesca…. Francesca chi, scusa? Non ricordo…”

Ridiamo.
Poi si entra in scena.


So che non ci posso fare niente. Che va bene così. Che come gli sto vicino faccio le scintille, e a volte le fa lui. Quindi va bene così.
Ma ieri sera, dopo tanto tempo, tornata a casa mi è scesa una lacrimina. Allora ho cercato su youtube “sempre e per sempre” di de gregori, e siccome è troppo bella ho deciso che non avrei più creduto a quella canzone. Però sempre crollo al verso che dice di non credere se qualcuno le dirà che non è più lo stesso ormai.

L’arrivo per cena dell'amico Ciclone&ISuoiGuai mi distrae.

Crollerò, alla fine, stanchissima, a letto – con la casa piena zeppa di rumori e di ombre che si muovono e di presenze che sbattono maldestre tra le sedie e i mobili: mi capita sempre, quando l’assenza di qualcuno quel giorno è troppa da reggere.

Stamattina , bevendo il caffè, mi son girata distratta e pensierosa verso la finestra, e mi si è fermato il cuore, per poi iniziare a saltellare vispo ed emozionato: il cielo a ricordami la possibilità scartata… e dietro quel albero, in quel momento, è accaduto l’incontro più bello del mondo.





martedì 18 dicembre 2012

francescavaincittà


Tutto è
Nuovo

Spaesamento da alicenelpaesedellemeraviglie. E adesso?
Adesso vado. Respiro forte, e spingo il joystick in avanti. Son concentrata sulla strada, su tutti i suoi dislivelli marciapiedi buchette, ma anche su chi mi passa accanto. Se si spostano di lato per farmi passare sorrido e ringrazio. Sento lo sguardo della gente. Più del normale. Ma se voglio andare bisogna che io vada, tiri dritto.
Perciò rimmel e matita nera, rossetto rosso, cappellino intonato al piumino d’oca. …. Possibile io mi senta bene?
Possibile.
Non smetterei mai di sorridere. Anche se la maggior parte delle volte resto seria, concentrata sulla strada, su non “gambizzare” un passante, sui movimenti delicatissimi dell’ipersensibile joystick (ho ancora qualche problema con la retromarcia… soprattutto per uscire dall’ascensore).


-          Fra, siamo in centro, ci raggiungi?

-          Sì, mi vesto e arrivo.

E’ poca cosa, forse, ma poterlo fare davvero, per ora, m’ubriaca.

Non sono ancora arrivata fino al mare. Presto lo farò. Magari in una giornata di sole.
Oggi mi sfido con la coop. Da sola. Faccio la spesa perché ho invitato un amico a cena… anche questo lascia in “stato d’ebbrezza” : fare la spesa.

In tutto questo, non ho mai smesso di pensare a chi non c’è. Senza lacrime o disperazione. Pensare “in attesa”. In attesa di potergli dire

Vieni a fare due passi con me?

Perché, sai, è bellissimo camminare di fianco, e a noi – a me e lui – a pensarci bene, non è ancora mai successo.



mercoledì 12 dicembre 2012

oggi


facebook mi avvisa che oggi è il compleanno di un amico.

mi son svegliata con le ginocchia e anche le anche che non promettevano movimento liscio.

alla finestra grossi fiocchi di neve che in poco già coprivano la balaustra del terrazzo.

bevendo il caffè ho deciso di non piangere.

poi ho deciso di restare a casa, fare la puntura e tornarmene a letto.

poi ho accettato di non avere la più pallida idea di cosa io stia sentendo. o facendo.

poi ho deciso di dire al Regista che per me va bene, a casa mia, la tisana, tutti insieme (o chi ci vuol essere).

e che tanto, per natura, non sarò mai decisa abbastanza per sciorinare no consapevoli e tutti d'un pezzo.

me lo ricordano le ginocchia e le anche. loro, tutte d'un pezzo non son mai state.

poi si vedrà.

c'è un verso di Andrea Gibson che dice  "non hai bisogno di partire per arrivare"

rispunta il sole -

dunque, forse abbiamo tutti un po' ragione.

e forse va sempre bene così come s'è deciso.