venerdì 11 gennaio 2013

Volver

I sogni non vanno creduti. Ma al risveglio la città è coperta di nebbia bianca e fumosa e l'assenza di precisione trattiene i contorni poco nitidi dei sogni degli abitanti. Per la prima volta dopo tempo eterno tornavi. Sorridevo sorridevo sorridevo. Non riuscivo a farne a meno.
Poco dopo, tra il caffè nero e caldo e un'aspirina, non ho saputo più dove cercarti. Dove trovarti. E questo è reale. Non è neanche più amore. E' una natura strana, la mia. Non accetta mai. Se fossi matta la prima cosa da matta che farei sarebbe prendere uno dei nostri amici per la maglia, sbatterlo forte, forte forte forte, mentre urlo "riportamelo! riportamelo qui riportamelo qui riportamelo"
Gli amici. Continuo a riceverli. "Ti vedo bene" - mi sento dire. Continuo a sorridere a tutti loro. Ascolto la teoria di ognuno. Ognuno ha qualcosa da dire su noi due, lo sai? Fanno un gran rumore. Mi fanno rumore, nel cuore. So anticipare ogni tuo pensiero, gesto, parola. Ma teorie su di te non ne ho. Ho il tuo abbandono sulla schiena, come uno zainetto col quale mi muovo.
Inizio la giornata, la nebbia s'è alzata. Stanotte ho sognato che tornavi. Fuori un'auto suona il clacson, forte. Sono in ritardo per il lavoro. I sogni non vanno creduti.


2 commenti:

  1. six degrees of separation.
    ti voglio bene

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    1. ... Ma anche "molto forte, incredibilmente vicino". Anche io ti voglio bene

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