giovedì 24 maggio 2012

Lasciar libere le sedie

(Se mi chiedessero

-          Sì ma tu chi sei? – )


M’appoggio al termosifone, accanto al suo letto, ci sono sedie libere tutt’attorno eppure non riesco mai a stare seduta. Assecondo la tensione interna e la trasmetto ai muscoli delle gambe – che almeno mi reggano in piedi, se proprio ‘sti muscoli devono lavorare.

Ogni volta che entra qualcuno mi “spiaccico” bene bene alla parete – scusate, faccio posto, lascio spazio, non voglio rubarne prego avvicinatevi.

Ma tu chi sei?

Io…

Io niente…

Io ero…

Io adesso… un’amica – ecco sì, trovato: un’amica, e lo posso dire sorridendo cordiale – sono un’amica di Marco ma scusate adesso mi posto eh? Che capisco… io … torno a trovarlo un altro momento…

Io faccio posto.

Lascio spazio.

Mi tremano i muscoli delle gambe, sorrido cordiale.

Faccio posto.

Mi scanso.

Solo quando mi stringe la mano forte, solo in quella frazione di secondo lì:     ricordo:

io ero….

io sono…


3 commenti:

  1. non scendere mai a compromessi, almeno non per quanto riguardo quello che senti tu. Abbi il coraggio di "essere" sempre chi vorresti essere... non c'è niente come i falsi rapporti per rovinare "chi eri". Ho finto a lungo dicendo che "ero un'amica" e sorridevo cordialmente dicendolo fino a quando anche lei ha cominciato a crederci e a smettere di pensarmi in altro modo..ed io sempre l'ho amata.

    RispondiElimina
  2. non lasciar libere le sedie, occupale tutte. non so quale sia la tua situazione, ma se lui sceglie di stringere proprio la tua mano, sopra tutte le altre, credici ancora un'ultima volta. non c'è cuore ferito che non rimargini in qualche modo, ma non c'è rimpianto che si cancelli.

    RispondiElimina
  3. ...io ignoro la storia quindi non dovrei parlare, mi permetto solo di dire che nessuno dovrebbe essere al passato...

    RispondiElimina