martedì 17 gennaio 2012

Mr Gwyn e pensieri in ordine sparso (l'amore ritrovato)

"Rebecca pensò che quell'uomo la amava, solo che non lo sapeva, e non lo avrebbe mai saputo."

O. parla al telefono - quando ha iniziato a squillare, nel caos del ristorante all'ora di pranzo  mi ha fatto prima vedere lo schermo dove compariva il suo nome. La tazzina di caffè tremava un pò, caffè d'orzo lungo, mi guardavo intorno, quando ha detto "sì te la saluto" ho allungato d'istinto una mano verso il telefono, d'istinto ho detto "passamelo", un filo di rabbia nella voce ma forse era solo voglia di piangere. La sua voce dopo quasi un mese, scherzavamo sulle nostre ultime parole scritte, ci prendevamo in giro, ridevamo, ho adorato restare in quella risata continua e calma.
"cosa fai?" era la domanda più irrilevante che potessi fargli, ma lui mi ha risposto:
vado a bologna con L., andiamo in giro per negozi e poi al cinema a vedere un film in lingua originale.
la mia voce mantiene l'aplomb lontana di una vecchia amica - "che bello!" - vorrei solo mettermi a piangere mentre premo forte una mano sull'orecchio per nascondere i suoni del mondo intorno, premo troppo, mi faccio male.
mi chiede se mi serve qualcosa da bologna, so che la voce mi si sta spezzando allora rido soffocata, prendo fiato, lui continua "dalla feltrinelli international?" - io premo forte forte la mano sull'orecchio, devo trovare un dolore che superi l'altro, distrarmi dal ricordo di noi due che ci aggiriamo alla feltrinelli uscendo da lì pieni di libri in inglese.
"no, no grazie"

in questi giorni non sono i ricordi spietati - quelli che tengono in piedi ripetendosi mai più - ma quelli dolci, ad arrivare alla memoria accompagnandomi nelle ore nei minuti nei giorni di questo mio tempo. sono le mani nei capelli, gli abbracci, gli sguardi, gli occhi dritti negli occhi.
mi viene da pensare: come si può fuggire con così tanta tenacia e spavento se non si è provato qualcosa di molto forte?
in questi giorni, non riesco a credere nel non amore, smontando tutti i mesi che sono passati, mentre convincendomi del contrario ricostruivo una casa crollata.
poi, mi capita un libro che parla esattamente di questo. come ho già detto, ieri ho lasciato che fino all'ultima riga mi ribaltasse dentro, ribaltasse tutta la costruzione, tutta me, tutti i pensieri, tutto il "lavoro".
l'ho riposto con cura nella libreria, non appena finito, un gesto veloce e pulito, il dorso della copertina con quel suo colore così neutro da sembrare quasi invisibile.

"Si alzò e cercò un gesto da fare. Qualcosa di semplice. Prese a riordinare i libri che giacevano un pò dappertutto, in giro per la casa. Intanto pensava alla tardiva dolcezza di Jasper Gwyn, rigirandosela nella mente, nel piacere di osservarla da ogni lato. Lo faceva nella luce di una felicità strana, che non aveva mai provato, e che pure, le parve, aveva portato con sè per anni, aspettandola. le sembrò impossibile essere riuscita a fare altro, in tutto quel tempo, che custodirla e nasconderla. Di cosa siamo capaci, pensò. Crescere, amare, fare figli, invecchiare - e tutto questo mentre anche siamo altrove, nel tempo lungo di una risposta non arrivata, o di un gesto non finito. Quanti sentieri, e a che passo differente li risaliamo, in quello che sembra un unico viaggio."
(A.Baricco - Mr. Gwyn)

6 commenti:

  1. Mi sa che vale la pena prendere questo libro...

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  2. eh... all'inizio pensavo oddio baricco è stanco... poi mi ha inchiodato lì!

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  3. tu,con questo post, mi hai ribaltata dentro. ....quanto mi sai

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  4. come sempre.
    che si pensa di essere i soli. e poi leggi.
    leggi gli altri. e ritrovi pezzi di te.

    che è quello che sto facendo ora.
    vivo, invecchio, faccio posto a qualcuno accanto a me. e rido di quelle risate che altrove non avrei fatto. ma sono altrove comunque.

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  5. leggo sempre...
    solo che non è mica semplice commentarti !
    :-D

    un abbraccio

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