sabato 23 febbraio 2013

con diverse scarpe su una strada sola


questa lettera non ha niente da chiedere.
e forse poco da dire.
come stai - ma è una domanda retorica. non tanto per il senso, ma per la risposta.
pensandoci - perchè ci penso - in queste settimane che diventano così facilmente mesi, vivrei la cosa più bella che io abbia deciso, la mia carrozzina elettrica, un'ora con te. solo questo.
d'istinto ti cerco, per le strade, poi un giorno ti trovo. impreparata. uh! quanto mi dispiace quello sguardo dall'alto al basso. modi e conversazione come se io lì non ci fossi. forse, è che ci sono troppo. questo, concedimelo. esisto troppo. si può "esistere troppo"? ce la siamo cavata malino. primo round andato a puttane. non importa.
non ho la più pallida idea di come poterti stare vicino. e forse non sono neanche io che devo volere.
sì, una passeggiata, questo solo potrei offrirti. zero parole. non abbiamo mai "camminato" uno a fianco all'altro. mai. è bello, sai? a volte qualcuno ha ancora l'istinto di mettersi dietro e spingere. allora ridiamo, e chi è con me ridendo si rimette al fianco. ma tu abbassati. la prossima volta, abbassati. piega le ginocchia, le caviglie, guardami da pari. non siamo niente di più niente di meno che due persone che devono reimparare a incontrarsi. non rimarrò sempre "seduta" davanti a te. mi alzerò, un giorno. prima gli occhi, poi la testa, poi il cuore forte poi, infine, le gambe. le gambe fino a fare le scale di casa tua a due a due, con un dolce in mano, mentre sul gas tu avrai messo a bollire l'acqua per la tisana e j-lo farà le fusa.


venerdì 8 febbraio 2013

"Everything and I mean everything can learn how to sing"


"Aspettando la primavera? che ne dite?"
Seduti davanti al Capo io e il mio collega ci guardiamo muti.
"Caccia al tesoro? Prestiti in primavera? Un tesoro di prestito" incalza il capo. Il collega ride timido.

Guardo fuori: s'è già fatto buio. Dalla finestra dell'ufficio del mio capo mi accorgo per la prima volta che si vedono altri uffici. Una sola finestra è illuminata. Dentro c'è una donna bionda, seduta alla scrivania. La guardo scostarsi una ciocca di capelli ricci e metterla dietro all'orecchio. Si alza, va verso un armadio, tira fuori qualcosa che non riesco a vedere, molto probabilmente fascicoli, si risiede alla scrivania. La guardo china sul piano della scrivania, è vestita di nero, di nuovo si scosta i capelli dal viso.

"Caccia al tesoro, dunque"
Scosto l'attenzione dalla donna e dalla finestra del suo ufficio, il capo mi sta guardando, vuole un cenno di approvazione o qualcosa.

Mi piace - dico, chiedendomi perchè quella donna non è già casa e io come sono finita a parlare di slogan per vendere prestiti personali alla gente. Qual è stato l'inghippo e in che momento è accaduto. Troppo difficile.
L'ultimo sforzo di concentrazione che mi rimane è per correggere l'italiano del Capo che prepara le slide.

Quando finalmente sono uscita, tardi, dall'ufficio, sono salita in macchina ma non ho messo subito in moto. non so perchè, sono rimasta un pò ferma lì, immobile. poi, una volta in strada, almeno un paio di volte dei clacson suonati forte mi hanno spaventato, il cuore mi andava a mille, volevo solo essere già a casa.

arrivata a casa ho preso il carboncino e ho disegnato sul muro una ballerina...

no, questo no, non l'ho fatto. ma è quello che avrei voluto fare.

ho atteso le mie amiche per cena, le ho ascoltate parlare di sanremo, del lavoro, di politica, e quando ho sentito che era ora di dire qualcosa anche io ho raccontato che prima delle otto della mattina sono uscita con la carrozzina elettrica per andare a comprare le sigarette e che lo scalino era alto e stavo quasi per cadere perchè una signora ha strattonato nervosa la porta alla quale mi stavo aggrappando, ma che poi ce l'ho fatta.
"sei soddisfatta di te stessa?" mi ha chiesto una delle amiche.
No, ho risposto, m'è costata troppa fatica, non ho sentito nessuna soddisfazione. ma almeno avevo le sigarette.

ora mi preparo per andare all'ospedale per un controllo, poi dovrò tornare al lavoro perchè devo pubblicare nel portale aziendale il monitoraggio di qualcosa che non so nemmeno cos'è.

La giornata è appena iniziata e io, ancora a casa, non vedo l'ora di tornare a casa. o bussare alla sua porta.

On my most broken days 
when my faith is a willow and the pain has nothing but an ax to give
The only thing I want than to die 
is to live 
Is to live to hear my neighbor play his music obnoxiously loud
To get cut off in traffic fifty more times
To get broken up with while standing in line at the DMV
To have another doctor drive another needle into my skin for the hundredth time
So I can say, for the hundredth time, that needle is the needle on a record player, Doctor, everything and I mean everything can learn how to sing

Andrea Gibson, “An Insider’s Guide on How to be Sick"