domenica 15 maggio 2011

la tua strada è molto lunga, forse non la seguirò

non ci sarà nessuno, lo so, che mi dirà che gli manco, che mi dirà che mi pensa, che mi pensa spesso.
e chissà se gli capita qualcosa - una frase una situazione un gesto un inciampo - che gli ricordi me.
chissà se a londra gli verranno gli attacchi di panico, chissà se qualcuno dei suoi compagni saprà leggere il suo sguardo scuro e rassicurarlo, o chissà forse anche il panico è passato, finalmente, e adesso se ne può andare in giro per il mondo libero e sereno come tutti i viaggiatori, e adesso scoprirà che può fare tutto, che non ha nessun impedimento, che le mancanze e i suoi fantasmi se ne sono andati, e quelli che non se ne vanno lui li può portare con sè, ma senza che paralizzino, come una volta.
chissà se ha visto un libro di cui si è magari una sera parlato e gli sono venuta in mente, chissà se non ha avuto il moto il pensiero il gesto di prenderlo.
chissà se si è fermato in questo mese e mezzo l'attimo prima di comporre il mio numero.
chissà se quando viene in città sbaglia ancora strada e prende quella per venire da me.
non ci sarà nessuno, lo so, che mi dirà che         .

http://www.youtube.com/watch?v=8gx6PFnfi5I

giovedì 12 maggio 2011

quattro giorni

Penso ai quattro giorni. Alla loro brevità.
Penso che sono troppo pochi per non diventare molto importanti.
Penso, a volte, come è possibile essere arrivati fin qui.
Penso alla verità da dire.
Penso che io la mia ancora non te l'ho detta.
Penso che tu non l'hai detta ancora a nessuno.
Poi penso che ognuno ha la sua, e allora penso allo sguardo, al sorriso, e penso che qualcuno ha detto che bastano (*).
Penso che è così.
Penso che basta poco. Ma che a volte quel poco sembra tanto, troppo, forse di più di quanto si riesca.
E allora penso a quando non si riesce, ai limiti dentro, dietro, uno sguardo, un sorriso, poche parole. Penso che se ti chiedo il braccio io ti dò la mia fatica, penso se per caso non sia affatto giusto, darti la fatica, penso se siano questi i sensi di colpa sui quali si giocano a dadi i rapporti;
penso che il punto dentro al quale tu sei in grado di usare la parola abuso, è stato il punto nel quale io mi sono fatta piccola per stare dentro al tuo dolore.
penso che il marchio di non essere riuscita a dimostrartelo me lo porterò dietro ancora per un pò di tempo
penso che la collera che mi dura giornate è la semplicità di fare con me ciò che più automatico possa venire: rigettarmi addosso il mio dentro travestendolo col mio fuori, e penso che sia la cosa più vigliacca che si possa fare.
penso che la mia malattia tu la puoi vedere, e che la tua dimora dietro le tue parole.
penso che una volta avremmo potuto dircelo;
penso a una volta: gli angoli della bocca sporca di gelato e una manciata di parole che si volevano.
poi penso come ho potuto perdere, come hai potuto perdere tu.
penso che mi piaceva guardarti vivere, e poi penso che l'amore non può fare paura
penso ai quattro giorni, alla loro brevità, alla loro intensità, al desiderio di viverli nella verità, penso che è stato un onore incontrarti e conoscerti, scambiare del tempo con te, penso che se ne è passato uno, di giorno, ho ancora gli altri tre, e penso che se dovessi rivivere il primo, io mi innamorerei di nuovo di te.

(*) http://www.youtube.com/watch?v=_jnFnmuFoSY&feature=related